Basta che funzioni ** 1/2
Whatever works segna il ritorno di Woody Allen a New York, dopo la lunga trasferta europea, tra Londra e Barcellona.
E’ la storia di un misantropo, ex professore di fisica, che passa le sue giornate al Village ad insegnare gli scacchi ai ragazzini, dopo che un tentativo di suicidio è andato storto e la moglie lo ha lasciato.
Nel piccolo appartamento in cui Boris Yellnikof è costretto a vivere, piomberà come un piccolo tornado la giovane Melody, scappata dal sud, col sogno della Grande Mela: la ragazzina, ingenua e timorata, finirà per innamorarsi del vecchio professore, nonostante questi la insulti e la prenda in giro, per la sua spontanea vitalità e la sua ignoranza delle cose della vita.
Si influenzeranno a vicenda, lei riuscendo ad addolcire le asprezze e gli attacchi di panico di Boris, e lui finendo per farle da pigmalione, anche involontariamente.
La ronde sentimentale prevede anche l’arrivo a New York dei super-bigotti genitori di Melody, che finiranno ben presto per dimenticare il puritanesimo sudista, per scoprire le loro più profonde inclinazioni, artistiche e sessuali.
Alla fine, ci sarà una sorta di happy ending per tutti, perchè il destino si incaricherà di mitigare il pessimismo cosmico di Boris – lasciandogli la “visione d’insieme” – e di rimettere a posto i pezzi i un puzzle amoroso, audace e libertino: l’ultimo Allen è più esplicito, le relazioni sentimentali assumono forme impensabili una volta.
In questo film, come accade sempre più spesso, Woody rimane dietro la macchina da presa, assegnando ad una sorta di alter ego il ruolo da protagonista: qui è il comico Larry David ad incarnare tutte le frustrazioni e le asprezze dell’intellettuale newyorkese, alle prese con i “bifolchi reazionari” arrivati dal sud, aggiungendoci una cattiveria nuova, estranea al repertorio alleniano. Curiosa è la continua interrogazione diretta di David al pubblico in sala, a svelare la finzione narrativa ed a richiedere conforto nei momenti più divertenti del film.
I due genitori sono Ed Beagley jr e Patricia Clarkson. La fotografia di Harris Savides si richiama ai toni caldi usati una volta da Carlo di Palma, aiutando Allen a trovare spazi inediti per il suo racconto (la scena nel museo delle cere, il mercatino delle pulci, i negozi di pesce gestiti dai cinesi).
La giovane Melody è interpretata dalla bravissima Evan Rachel Wood, che incarna perfettamente una bellezza superficiale, da concorso, piena di ingenuità e dolcezze, con una credibilità notevole.
Certo, Basta che funzioni non aggiunge molto ad una carriera lunghissima e leggendaria, ma – diversamente da certe opere di inizio millennio – evita di aggiungere rimpianti per l’Allen che fu, coniugando ancora una volta i suoi temi e la sua poetica, con un brio ed una felicità narrativa, degni delle sue opere più felici.